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BMW X3 xDrive 20d Futura

Potenza ed eleganza fuori e dentro la strada.

La seconda generazione della suv “intermedia” della BMW è cresciuta leggermente di dimensioni e ha subito ritocchi estetici che le hanno donato ulteriore slancio. La qualità costruttiva è elevata, e altrettanto si può dire delle doti del 2.0 turbodiesel, che oltre a essere brillante ed elastico vanta consumi contenuti. Superiori alla media le qualità stradali, ma per avere il massimo in questo senso si devono aggiungere costosi accessori che fanno lievitare ulteriormente il prezzo.

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Oltre al nuovo design dei gruppi ottici, rispetto al vecchio modello troviamo fiancate maggiormente sagomate e un più personale taglio dei finestrini posteriori: la linea, sempre aggressiva e sportiveggiante, appare ancor più grintosa nonostante le dimensioni della carrozzeria siano aumentate di 8 cm in lunghezza e di 3 in larghezza. Di conseguenza è ulteriormente migliorata l’abitabilità, sebbene l’eventuale quinto passeggero sia penalizzato dal tunnel della trasmissione. Per nulla impensierito dagli oltre 1700 kg di stazza, il 2.0 turbodiesel da 184 CV è brillante in accelerazione come in ripresa, e pure poco assetato di gasolio; peccato soltanto che alzi un po’ la voce in accelerazione. Il suo ideale complemento è il cambio automatico Steptronic (optional), che grazie alla rapidità con cui inserisce i suoi otto rapporti, si può usare anche come sequenziale (agendo sulla leva nel tunnel, dato che le palette al volante non ci sono). Il rollio contenuto, la precisione dello sterzo (volendo con demoltiplicazione variabile, optional) e la trazione integrale che in condizioni normali invia il 60% della coppia alle ruote posteriori determinano qualità stradali degne di una berlina sportiva, ma questa suv è anche sufficientemente alta da terra per affrontare terreni accidentati (pur con i limiti legati alla gommatura stradale, all’assenza delle marce ridotte e alla carrozzeria poco protetta). Qualità costruttiva e finiture di certo non deludono, ma la Futura è cara, ancor più se considera che è difficile resistere alla tentazione di aggiungere optional come le sospensioni elettroniche, il Performance Control (un sistema che frenando leggermente la ruota posteriore interna alla curva aiuta a “chiudere” la traiettoria) o il portellone posteriore elettrico. La Eletta è più abbordabile ma anche priva – fra l’altro – di navigatore, fari allo xeno e sensori di parcheggio.

La plancia appare quasi spoglia, ma le plastiche sono di elevata qualità e la cura costruttiva non manca nemmeno nei dettagli più nascosti. Facilmente individuabili e raggiungibili i comandi, a eccezione del pulsante del lampeggio d’emergenza, collocato troppo in basso. L’abitabilità è notevole anche dietro, per quanto chi sta al centro è infastidito dal tunnel e dal mobiletto che sbuca fra le poltrone. Poco male che il divano non sia scorrevole come in alcune rivali: la X3 è la più lunga della sua categoria e anche quella con il baule più ampio quando i cinque posti sono in uso.

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Plancia e comandi
La plancia, con profili in alluminio spazzolato (optional al posto di quelli in plastica con effetto metallo) è austera, ma la qualità dei materiali è elevata e le finiture curate anche nelle zone nascoste alla vista. Il navigatore Professional, optional, ha lo schermo di 8,8” (contro i 6,5” del Business, di serie), il disco fisso per registrare dati di navigazione o file audio e, con ulteriore esborso, anche il sintonizzatore TV. Il tasto dell’hazard è troppo in basso e poco visibile, ma per il resto la disposizione dei comandi è corretta: la maggior parte delle funzioni di bordo si gestisce con la grossa rotella nel tunnel, mentre a sinistra della corta leva del cambio automatico c’è il tasto Sport per irrigidire sterzo e sospensioni (tutti equipaggiamenti su richiesta). Ben leggibile il cruscotto analogico, completo dell’indicatore di consumo informa anche dell’attività del sistema che sfrutta le decelerazioni per attivare l’alternatore, recuperare energia e caricare “gratis” la batteria.

Abitabilità
Le ben conformate poltrone con rivestimento in pelle (regolabili elettricamente con memoria per il lato guida, e possibilità di aggiungere pure la regolazione motorizzata del supporto lombare) sono optional, ma sulla loro comodità non si discute. Ampio e piatto, il divano è adatto a tre adulti, ma lo spazio per le gambe abbonda soltanto per chi siede ai lati: l’eventuale passeggero centrale è disturbato dall’ingombrante tunnel e dal mobiletto che sbuca fra le poltrone anteriori. Alla base della consolle c’è un doppio portabibita e le tasche nelle portiere sono grandi, mentre non altrettanto si può dire del cassetto di fronte al passeggero e del pozzetto sotto il bracciolo.

Bagagliaio
Sebbene non vicinissima a terra, la soglia è a filo del pavimento e quando si devono caricare valigie pesanti non si fatica troppo, grazie pure all’imboccatura ampia e squadrata. Inoltre, la regolarità del profilo interno permette di sfruttare senza difficoltà il molto spazio a disposizione, e dunque non si sente troppo la mancanza del divano scorrevole (che molte rivali offrono); peccato solo che reclinando gli schienali, pur in assenza di gradini, il piano di carico non resti perfettamente piatto. Criticabile anche l’assenza di ganci fermabagagli scorrevoli su guide (i quattro presenti sono fissi), mentre sono curate le finiture e c’è pure una comoda vaschetta in plastica antisporco.

Lunga come una media famigliare, in città non è per nulla impacciata, tanto più che la visibilità è buona e che nei parcheggi vengono in aiuto i sensori. Cambio automatico e sospensioni elettroniche non giovano soltanto al comfort, ma pure al piacere di guida, soprattutto fra le curve: in fatto di tenuta di strada e agilità questa suv se la gioca con le berline sportive. Ad andatura autostradale si apprezza la souplesse e la silenziosità del turbodiesel, che funziona a un regime moderato e “beve” relativamente poco. Promossi anche sterzo e freni, ma le gomme invernali sono piuttosto rumorose.

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In città
Al contrario che nelle rivali, qui si può anche guidare stando seduti molto in basso (grazie alle ampie regolazioni del posto guida), ma ciò non pregiudica la buona visuale di cui si gode davanti o di lato; non altrettanto facilmente valutabili gli ingombri posteriori. Tuttavia la lunghezza non è esagerata (465 cm) e i sensori sono di serie. La guida nel traffico è resa gradevole dal brio del motore, ben supportato dal cambio automatico, e dallo sterzo (con demoltiplicazione variabile, optional) molto diretto e mai pesante da ruotare. Lo Start&Stop aiuta a stare sopra i 10 km/l ma lascia avvertire qualche fremito al riavvio del motore dopo una sosta.

Fuori città
Le sospensioni attive sono un optional consigliabile: risultano abbastanza rigide da contrastare il rollio nelle curve affrontate velocemente, ma non per questo compromettono il comfort. Il risultato è che questa suv, complice pure lo sterzo preciso e diretto, sfoggia un’agilità da sportiva e non evidenzia la minima inerzia nei cambi di direzione. Alla soddisfazione del “palato” di chi apprezza la guida brillante contribuiscono la vivacità del turbodiesel (che è pure parco: oltre 15 km/l) e l’impianto frenante, incisivo e resistente alla fatica.

In autostrada
Grazie all’ottava marcia molto distesa, a 130 orari il turbodiesel lavora a soli 2100 giri, con prevedibili benefici sui consumi e sulla silenziosità. Inappuntabili anche le capacità filtranti delle sospensioni, mentre per quanto concerne l’esemplare in prova abbiamo rilevato una sensibile rumorosità di rotolamento delle gomme, di tipo invernale e di larga sezione, in particolare su asfalto drenante. Elevati il feeling di guida e la sicurezza percepita, anche nei curvoni affrontati in velocità.

Nel fuori strada
Con un’efficiente trazione integrale a ripartizione automatica, 21,3 cm di altezza minima da terra, favorevoli angoli di attacco e uscita (rispettivamente 25,7° e 22,6°) e 50 cm di capacità di guado dichiarati, la X3 non teme la neve e permette di affrontare i fondi accidentati senza tema di precoci contatti col suolo. Certo, l’assenza delle ridotte (e anche di protezioni della carrozzeria) sconsiglia di esagerare, ma nelle discese impegnative si può comunque contare sul limitatore di velocità, che è di serie.

La Futura è la versione meglio equipaggiata e offre, fra l’altro, anche i fari bixeno e il monitoraggio della pressione delle gomme; la possibilità di disattivare l’airbag del passeggero, tuttavia, si paga a parte. All’elevata sicurezza attiva garantita dall’assetto “sano” e dai numerosi dispositivi elettronici di controllo, dovrebbero fare riscontro le capacità di protezione che ci si attende di trovare in una moderna suv, ma per la conferma si dovrà attendere che la nuova X3 venga sottoposta alle verifiche da parte dell’EuroNcap.

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L’EuroNcap non ha ancora preso in esame questa nuova edizione della BMW X3, dalla quale ci si attende un risultato migliore delle quattro stelle (su un massimo di cinque) che, nel 2008, erano state assegnate a seguito dei crash test effettuati sul vecchio modello. La validità dell’assetto, la generosa gommatura, la trazione integrale e i controlli elettronici la rendono sicura anche sul bagnato, ma è strano che in una vettura di questo livello il sistema per disattivare l’airbag anteriore destro – necessario se si vuole installare un seggiolino Isofix contromarcia per far viaggiare davanti un bambino – sia fra gli optional a pagamento. L’equipaggiamento della Futura include anche il cruise control e i fari bixeno, mentre i fendinebbia, i sensori di pressione delle gomme e il dispositivo che limita la velocità in discesa (utile su neve e fango) sono di serie per tutta la gamma.

Comoda e spaziosa, è una suv che abbina la notevole versatilità a un piacere di guida superiore alla media delle rivali; inoltre, grazie al suo efficiente turbodiesel vanta consumi al livello di quelli di vetture più piccole e leggere, oltre che meno prestanti. Qualità dei materiali e attenzione ai dettagli sono fuori discussione, ma il prezzo è impegnativo e molti accessori “obbligatori” in una vettura di questa classe, come il cambio Steptronic o i sensori per accendere automaticamente i fari o i tergicristallo, si pagano a parte.

Ricca di contenuti e ben costruita, la BMW X3 non si sceglie per il rapporto fra prezzo e dotazione ma perché è una vettura gratificante sotto altri aspetti. Primo fra questi, un piacere di guida superiore a quello offerto da svariate berline di prestazioni paragonabili; ma perché quest’affermazione colga il suo pieno significato è d’obbligo l’aggiunta di sospensioni attive Dynamic Damper, servosterzo a demoltiplicazione variabile, Performance Control e cambio automatico Steptronic, che sono solo alcuni dei molti, quasi irrinunciabili, accessori che spingono alla lievitazione  del conto finale. Il tutto è “condito” con la praticità che ci si aspetta da una suv: comfort elevato, spazio per i passeggeri e versatilità anche su neve o sterrati. Promosso il quadricilindrico 2.0 a gasolio, che non fa rimpiangere un “tremila” a sei cilindri in fatto di prestazioni e piacevolezza e, soprattutto, sa farsi perdonare un po’ di rumorosità in accelerazione con consumi bassi in ogni frangente.

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